Pellegrini di speranza
Il primo Giubileo ordinario del XXI secolo, iniziato nella notte di Natale da Papa Francesco con l’apertura della Porta Santa, ha come filo conduttore il motto “Pellegrini di speranza”. Si è aperto il Giubileo in tutte le Diocesi del mondo, perché anche coloro che non
potranno andare a Roma possano trovare nei santuari “giubilari” delle diocesi l’opportunità di accogliere la grazia della conciliazione e il dono del rinnovamento del cuore e della vita.
Giubileo, pellegrini e speranza sono le parole guida per coinvolgerci dentro il percorso.
Il Giubileo ricorre ogni venticinque anni (cfr. Lv 25,8-12).
Il suo valore di fondo è nel fatto che ad ogni generazione è data la possibilità di vivere un anno di grazia del Signore, un tempo di perdono per la persona, la famiglia e la società, un appello per la pace tra le nazioni, per la remissione del debito e la riconciliazione
tra i popoli. Il Giubileo ha a che fare con la libertà dell’uomo. Nessun legame di dipendenza, contratto nella propria e altrui esistenza con le azioni negative, può durare per tutta la vita: a tutti deve essere proclamato un anno di grazia, di perdono e di condono.
Nel Vangelo Gesù annuncia il giubileo per le situazioni di dipendenza, di schiavitù, di fragilità, annunciando nella prima predica di Nazareth la liberazione per tutte le condizioni oppresse e disagiate.
Così Egli si presenta alla sua gente e al mondo (Lc 4,16-19). Ecco questo è il Giubileo cristiano: l’anno di grazia del Signore per la riconciliazione personale, familiare, sociale e per la pace fra tutte le nazioni.
I due temi più importanti del Giubileo 2025 sono il pellegrinaggio e la speranza.
“Il pellegrinaggio giubilare, allora, vuole essere una provocazione: andare alle sorgenti della nostra fede e della nostra cultura occidentale (ebraico cristiana e greco-romana) per cambiare vita e convertire noi stessi,
riconoscendo l’altro e ritrovandoci nel diverso da noi. L’altro non è un nemico ostile e concorrente, ma un tu promettente e benefico. Solo così potremo smontare tutte le nostre paure, costruire legami forti, superare le
polarizzazioni di cui vediamo ogni giorno triste spettacolo in TV, sui social, nella comunicazione pubblica. Dobbiamo dircelo con franchezza: invochiamo la pace, ma poi il nostro parlare, decidere e fare ha spesso
il tratto minaccioso della paura, dell’indifferenza e dell’aggressività. Prima nelle parole, che nei fatti!” La coscienza cristiana può vivere in questo anno di grazia solo con un soprassalto di speranza.
Dovremmo insieme scoprire il tratto escatologico dell’annuncio del Vangelo: noi siamo concentrati sull’immediato e le nostre speranze non riescono ad andare al di là del nostro sguardo. Siamo terribilmente
ripiegati sul nostro io, versando sale sulle ferite che non lasciamo lenire dal balsamo della fraternità e dell’amore. Come ci ricorda la Prima Lettera di Pietro, siamo “stranieri e pellegrini” che devono «rendere
conto della speranza che è in noi» (1Pt 3,15) in un tempo di difficile speranza. (F.G. Brambilla)
Come si può fare ad alimentare la speranza? Che cosa possiamo sperare?
Ecco due domande da tenere aperte lungo questo anno!
Chiediamo al vangelo di aiutarci a dare contenuti e scelte di libertà perché possiamo essere pellegrini di speranza.
Don Giuliano
Parrocchia Santo Stefano
via della Parrocchia, 1
Vedano al Lambro - 20854 (MB) - Italia
C. F.: 94518390151
Telefono: 039492744 (con segreteria telefonica)
E-Mail: segreteria@santostefanovedano.org
Privacy policy e Disclaimer Mappa del Sito